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venerdì 30 marzo 2012

Seduto al tavolino

“Sono qui seduto al tavolino, di fronte alla finestra. Sto guardando il mare. Il dottore dice che mi fa bene, e che se respiro tanto vicino all'acqua non lo dovrò più vedere. Io lo farò, perchè non mi piace proprio la sua faccia.
Voglio disegnarlo il mare. Papà mi ha regalato tanti fogli bianchi dove posso disegnare tutto quello che voglio. A papà piacciono le cose che disegno: mi sorride sempre e poi mi porta in braccio tutto il tempo, dopo un po' mi mette giù e mi inizia a fare il solletico. A me piace ridere con papà.
Inizio a disegnare con il blu: mi piace il blu, è il colore degli occhi di nonno. Quando mi prende in braccio ogni volta che mi incontra, mi fissa con quegli occhi così belli che vorrei sempre fossero puntati su di me. Il nonno sorride quando mi guarda. Ogni tanto lo faccio arrabbiare, però poi mi perdona e mi sorride ancora. Quando gli altri sorridono piace sorridere anche a me, non mi piace sorridere quando gli altri sono tristi. Anzi, proprio non ci riesco. Quando so che ho fatto qualcosa di brutto, mi dispiaccio. Quando chiedo scusa, dopo un po' tornano a sorridere tutti, e gli sorrido anche io:perchè fare la pace è una cosa bella e è una cosa per cui bisogna essere felici. Alcune volte vedo però dei miei amici sempre tristi. Non ridono mai, non disegnano mai. Io non so cosa farei il pomeriggio se non potessi disegnare: è una cosa così bella! A volte mi vergogno perchè non li vedo neanche quando entro in classe. Sembra quasi non ci siano e si materializzino solo al momento dell'appello per poi scomparire di nuovo. Gli vorrei chiedere”Ehi, ma sei vivo?” però poi non lo faccio, è una domanda strana da fare. Un po' complicata, perchè effettivamente siamo vivi tutti e due perchè respiriamo e camminiamo. Però siamo diversi, perchè a me mi notano tutti, mentre a loro nessuno li guarda. Non perchè sono brutti o perchè io mi metto in mostra. Non lo so perchè. È come se si volessero punire da soli per qualcosa... eppure sono così buoni, non fanno mai nulla!!! non sono dei monelli come me, anche le maestre lo dicono. Li sento intervenire raramente, e sono ultrasensibili. Rispondono sempre uguale alla stessa domanda. Se mi chiedi “come stai” io ti rispondo un giorno “bene” il giorno dopo magari “benissimo” ma il giorno dopo ancora di potrei rispondere “benino”. Loro dicono sempre “bene” ma non sorridono mai e scappano sempre.
Ho finito il mio mare, è proprio bello. Non ci assomiglia molto al mare che vedo qua dalla finestra, però è un mare anche quello che ho disegnato io. Ci ho disegnato pure una barca a vela tra le onde sulla riga(mi ha detto nonna che si chiama orizzonte, e che là si divide il mare dal cielo, e che là dietro va a dormire il sole). Io da grande voglio diventare un bravo marinaio e imparare a gestire una barca: voglio andare a vedere dove riposa il sole, dalla finestra non lo posso vedere, l'orizzonte copre tutto! Ora lo dico anche a mamma. Mamma è così bella, è alta alta e ha i capelli come i miei,solo più lunghi. Mi prende in braccio e mi da tanti baci, le piace proprio il disegno che ho fatto. Mi mette un cappellino a forma di barchetta in testa e mi dice che sarò proprio un bell'ometto. Poi piange. Perchè piangi mamma? Perchè sono felice, mi dice. E perchè piangi se sei felice? Non sei troppo felice allora!

A distanza di anni ricordo ancora la risposta:”Amore mio, sono tanto felice invece. Così tanto che un po' di felicità deve uscire in questo modo perchè non la posso tenere tutta dentro. Sono felice di essere la tua mamma e che tu sia il mio bambino. Sono felice di poter litigare con te ogni tanto e poi fare la pace. Sono felice di vederti sognare e di poterti dare una mano a realizzare i tuoi sogni. Sono felice di poter parlare con te e darti dei consigli,sono felice di vederti sorridere mentre disegni.” Poi è entrato papà e ci ha abbracciato forte.
Io ho ancora potente quella voce dentro di me che grida :”Tu esisti! Con tutti i tuoi sogni,capacità e difetti! Esisti! Ascoltati, ascolta i tuoi bisogni e le tue possibilità, perdona i tuoi errori, rafforza la tua identità! Datti il permesso di esistere ogni giorno, di non essere trasparente anche per te stesso. Datti il permesso di vivere!” Perchè il permesso ci deve esser dato sì dall'esterno, ma in primis da noi stessi.”
Flavia Lamagna
Questo racconto dei pensieri di un bambino poi diventato adulto ha un punto cardine: il permesso di esistere. Sembra una cosa semplice, come far entrare aria nei polmoni. Eppure questo è il primo permesso che il mondo ci deve dare e che dobbiamo dare a noi stessi: quello di vivere, di esserci, di esistere,appunto, con tutti i nostri pregi e difetti, mancanze e capacità,sogni e impegni. Quali permessi dobbiamo chiedere al mondo ogni giorno? O meglio, quali permessi ci dobbiamo dare ogni giorno, ogni attimo, per stare bene? Perchè se il permesso ci viene dato dal mondo ma non da noi stessi, si vive sempre un disagio che si nasconde viscido tra le nostre azioni e i nostri pensieri.

Ci siamo interrogati su questo, Venerdì 16 Marzo: quale permesso avremmo concesso ai bambini che eravamo? Parteciperemo ad altri due incontri, mediati dal professor Dipalo e dalla professoressa Filoni. Permesso di esprimersi, di esistere, di perdonarsi, di non farsi influenzare. E tanti altri.
Il titolo del progetto è “Cura di sé in comunità per orientarsi nella vita,nello studio,nella scelta universitaria”: doveva ricoprire sedici ore di incontri, ma non essendo stato nella top list dei votati al Collegio Docenti, questo corso non è stato finanziato. Volendo dare comunque ai giovani la possibilità di conoscere meglio se stessi e affrontare le difficoltà proposte dalla vita, il progetto è stato iniziato durante la cogestione: essendoci state molte risposte positive, i professori ci hanno proposto di partecipare a questi incontri, tre incontri totali di due ore ciascuno.

Ci sono domande che solleticano la sensibilità di ognuno. La sensibilità sembra qualcosa di fuori moda in questo mondo che gira così veloce. Eppure è sempre lì.
Flavia Lamagna, Giulia Amici,
Alexandra Tirmes, Federica Rabbai,
Matilde Scuderi

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