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giovedì 8 marzo 2012

Fantasia, Memoria, Informazione: in viaggio verso l'assemblea di Marzo


« Sei nel letto di casa. Dolce, soffice, letto di casa. Sei lì da settimane e non sai più nemmeno che giorno è. Senti caldo e pensi: molti ne hanno una concezione sbagliata. Credono sia rassicurante, il tepore delle lenzuola domestiche. Tu invece, tu soffochi.
Ti alzi - ci provi - ma è tutto grigio, per un istante. Quanto dura? Perché proprio a me? Che cazzo ho sbagliato?
Sei nel letto di casa e l’unica certezza che hai è che non c’è scampo. Non ti preoccupare, ti dicono. Hai 17 anni e nessuno ha il coraggio di sbatterti la verità in faccia. Come biasimarli, d’altronde. Ma tu lo capisci, lo capisci quando ti guardano singhiozzando mentre fingi di dormire. Tu la vedi, vedi la Morte che si avvicina lentamente,sogghigna beffarda, ti mostra i suoi denti, neri. Ti abbraccia, ti coccola, ti morde via il seno.
Ti svegli e sei sudata. Era solo un incubo, un brutto sogno, se non fosse che sei davvero malata: hai un cancro alle mammelle.
La televisione blatera qualcosa di incomprensibile, non capisci, è distante anni luce. Hai un libro sul comò, pagina 67, da mesi. Ti piaceva leggere, ma - ti avevano avvisato -, il cancro ti divora dentro. Uccide prima la tua anima, e poi si libera del contenitore.
Ritrovi lucidità e rifletti: soffrirò? Rinascerò? Ho perso la speranza?
Non ti è rimasto più molto in cui credere, se non in una cura, un rimedio. Non per te, ma per chi è destinato a provare le tue stesse pene. Per te è troppo tardi: non l’hanno capito, non l’hai capito per tempo; ma non deve essere così per tutti. Hai bisogno di poterlo credere.
Sei nel letto di casa e hai un appello da fare, ma le parole ti si bloccano in gola. Sei sola nella tua stanza e riesci soltanto ad emettere un gemito, che si perde debole. Allora rimane un pensiero, il tuo ultimo pensiero, che se ne vola in giro, leggero. E io lo colgo, e oggi lo urlo: è un messaggio, rivolto ai tuoi coetanei, tanto banale quanto vitale: non date nulla per scontato, non fate come me: prevenire è meglio che curare.»

Nell’Assemblea di Marzo l’argomento sarà proprio questo: la prevenzione dei tumori. Dal 1999 un gruppo di medici del Progetto Martina incontra studenti di scuole superiori per parlare di tumori, perché alcuni colpiscono i giovani e, se rintracciati per tempo, sono curabili. Un esempio: il Progetto nasce dall’esperienza di una giovane donna, Martina, che, colpita da tumore alla mammella, è morta lasciando un breve testamento: "che i giovani vengano informati ed educati ad avere maggior cura della propria salute... certe malattie sono rare nei giovani ma, purtroppo, proprio nei giovani hanno conseguenze pesanti".
Francesco Flore

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